Per guerrilla marketing si intende una tipologia di marketing non convenzionale, che mira a colpire l’immaginazione del consumatore generando un senso di stupore e sorpresa. Le campagne di questo genere sono quindi pensate per target e settori di attività specifici, in cui i piani di comunicazione tradizionali risultano meno efficaci. Il guerrilla marketing necessita tuttavia di strategie molto articolate, in cui la creatività e la viralità del messaggio svolgono un ruolo fondamentale. L’obiettivo principale è infatti quello di colpire e stupire il consumatore, ma soprattutto coinvolgerlo attraverso le emozioni e rendendolo protagonista stesso della campagna. Questa tipologia di marketing sfrutta quindi gli strumenti e i canali più diversi, incrociandoli e unendo spesso anche il mondo off line con quello on line. Il digital marketing, ad esempio, può offrire un grande contributo ad una campagna di guerrilla in quanto, a fronte di un investimento contenuto, consente di raggiungere migliaia di utenti attraverso la diffusione di contenuti virali. Non solo, una campagna online può avere la funzione di guidare gli utenti verso una serie di azioni, interagendo al tempo stesso con una campagna pubblicitaria sui media tradizionali.
Insomma, la trasversalità rappresenta una caratteristica tipica delle attività di guerrilla marketing, così come lo è quella di utilizzare risorse a basso costo. Questa tipologia è quindi apprezzata soprattutto da tutte quelle aziende che non hanno a disposizione grandi budget ma desiderano ottimizzare i costi massimizzando i risultati. In questi casi, infatti, lo stupore e l’emozione generate danno il via ad un passaparola che funziona da vero e proprio megafono per il brand. D’altra parte, la forza di una campagna di guerrilla marketing sta proprio nella capacità di rimanere impressa nelle menti dei consumatori, ottenendo risultati più efficaci e in grado di durare nel tempo. Per far questo occorre coinvolgere l’utente a 360 gradi, utilizzando media e canali diversi fra loro. Spesso, ad esempio, le campagne di questo genere fanno un uso non convenzionale dello spazio. In particolare, si tende a posizionare le affissioni in luoghi inusuali, aggiungendo anche indizi o indovinelli, come una vera e propria caccia al tesoro. Strade, piazze, giardini, mezzi di trasporto, panchine, lampioni, strisce pedonali e molto altro possono essere modificati fisicamente con l’intento di lasciare tutti a bocca aperta. Il guerrilla marketing coincide quindi spesso con il marketing ambientale.
Non solo, nell’elaborazione di queste strategie particolare importanza riveste anche l’esperienza che l’utente vive interagendo con il marchio. Una campagna di successo è quindi in grado di stabilire una connessione forte con il consumatore, spingendolo alla ricerca di sempre nuove informazioni e aggiornamenti sul brand. Tutte queste caratteristiche rendono quindi le iniziative di guerrilla particolarmente adatte per il lancio di nuovi prodotti. In questi casi, infatti, più che mai, è necessario stimolare la curiosità del consumatore. Non è un caso quindi che gran parte delle campagne di guerrilla marketing siano state utilizzate da Netflix per la presentazione di nuove serie tv. Non solo, questo tipo di attività può essere molto utile anche per coinvolgere un target più giovane e meno incline alla persuasione da parte dei media tradizionali. A questo proposito, in Muwo abbiamo ideato e realizzato diverse campagne di guerrilla marketing, allo scopo di colpire i consumatori e svecchiare anche l’immagine del brand.
Per il lancio di nuovi gusti dei cracker Tuc, ad esempio, abbiamo organizzato una distribuzione non convenzionale, tramite un team che ha seguito una road map condivisa con il cliente. Il gruppo era composto da dieci persone, che dovevano muoversi sempre insieme in modo da attirare l’ attenzione dei passanti. L’obiettivo era quello di creare un effetto simile a quello di una macchia gialla che si muoveva all’interno della città. A guidare il gruppo un distributore umano di Tuc, che aveva il compito di interagire con le persone. Inoltre, l’attività poteva contare sul supporto di hostess e steward che dovevano spiegare l’ iniziativa. La campagna è durata una settimana e ha avuto un notevole riscontro. Solo in questo periodo, infatti, sono stati distribuiti ben 150 mila campioni omaggio. Altrettanto efficace l’attività di guerrilla organizzata per il lancio di alcuni nuovi videogame Pixman. Anche in questo caso, la campagna ha sfruttato il marketing ambientale, affidandosi ad un team che aveva il compito di fermare i passanti e far provare il gioco nelle piazze e lungo le strade della città. Il gruppo era composto da tre uomini Pixmen, sulle cui spalle era posizionato lo schermo, e tre hostess di supporto, che dovevano illustrare l’iniziativa e coinvolgere il maggior numero di persone possibile.
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Cristina Columpsi
“Copywriter, social media manager, mamma di Orlando. Amo la musica, il cinema e tutto ciò che è arte. Sono una persona curiosa e mi piace imparare sempre cose nuove. Il mio motto è “Se non ho fortuna, me la creo”.